Il Castello di Colloredo
Il Castello di Colloredo, fatto costruire nel 1302 da Gugliemo di Mels, è un capolavoro di suggestione e cultura. Maniero tipicamente feudale, venne edificato per necessità difensive ma, nei secoli, ha poi assunto l'aspetto di una grande dimora nobiliare. Fino al 1976 - quando fu colpito e pesantemente danneggiato dal terremoto - aveva più di 360 stanze, 5 corpi di fabbrica, scalinate, centinaia di merli, tre corti, 7 giardini a terrazza, 1 palo della gogna, 1 riva scoscesa a nord, 3 muraglioni a sud, in parte affossati, quasi mezzo ettaro di tetti sotto cui uccelli e pipistrelli hanno nidificato per secoli.
Oggi, tranne la parte restaurata, acquisita dalla Comunità Collinare, è abbandonato. Dimora pacifica, fu talvolta teatro di risse paesane e signorili. Invaso da masnade e milizie d'ogni sorta - venete, cosacche, americane, tedesche, ma anche italiane - fu la casa di poeti, scrittori e pittori.
Qui Giovanni da Udine (sepolto nel Pantheon a Roma) verso la metà del 1500 decorò uno dei soffitti a volta della torre ovest ed eseguì numerosi fregi in varie stanze; Ermes di Colloredo - padre della lingua friulana - immaginò, nel XVII, secolo i suoi versi libertini; Ippolito Nievo scrisse Le Confessioni di un Italiano e il pronipote Stanislao Nievo completò Il prato in fondo al mare.
Nel maniero furono coniate monete, amministrata la giustizia, eseguite sentenze capitali, composti spartiti musicali e tramati intrighi di curia e di corte. Un universo pulsante tra belle mura..
La famiglia Nievo, proprietaria dell'Ala Cinquecentesca del castello, negli anni dopo il sisma, si è battuta - proponendo una progettazione anche per la Torre Porta - per ridare alla struttura un aspetto civile e culturalmente fecondo, ma il progetto non si è realizzato.
Ora, con la nomina del nuovo Commissario per la ricostruzione, si attende il restauro in tempi abbastanza brevi.
Articolo di S. Nievo sul Castello di Colloredo
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